Wally West
2009-05-26 21:04:36 UTC
"Se sbagliavi a favore della Juve arbitravi in serie A, se sbagliavi contro
la Juve arbitravi in B". Così l'ex arbitro Danilo Nucini, rispondendo alle
domande dei pm Filippo Beatrice e Giuseppe Narducci, nel corso dell'udienza
del processo di Calciopoli ha sintetizzato l'esistenza di un sistema di
condizionamento degli arbitri che sarebbe gravato negli anni scorsi sul
calcio italiano. Nucini ha chiamato in causa, tra l'altro, i vertici del
mondo arbitrale che si sono succeduti nel corso degli anni, da oltre un
decennio quando debuttò nella direzione delle gare del campionato maggiore.
"Se una squadra avversaria della Juve riceveva un favore, sempre
involontario, questo favore non veniva visto, se riceveva un torto, questo
torto veniva accettato, era un premio", ha poi precisato Nucini.
L'ex arbitro ha spiegato che i problemi si evidenziarono soprattutto in
occasione di una partita Juve-Bologna quando, a 9 minuti dalla fine,
assegnò un calcio di rigore alla squadra emiliana che Cruz tirò fuori
("Bergamo mi disse che se il rigore di Cruz fosse entrato avrei finito la
carriera"). Ha ricordato che al raduno di Coverciano fu rimproverato dai
designatori, Pairetto e Bergamo, che ebbe una sospensione di 40 giorni e
che il campionato successivo arbitrò solo in B. Un'altra contestazione gli
sarebbe stata mossa da Pairetto per non aver ammonito l'interista Di Biagio
durante un Inter-Udinese finito 2-1. L'ex direttore di gara ha ricordato
che la stagione successiva, in serie B, dopo un Napoli-Ancona 1-2 negli
spogliatoi avrebbe incontrato l'ex dg juventino Luciano Moggi il quale gli
avrebbe detto "complimenti, ci vediamo presto". Nucini decise di preparare
una sorta di diario - consegnato oggi ai giudici - in cui annotava i
giudizi positivi espressi dai designatori in partite in cui registrava
errori a favore della Juve o a svantaggio delle avversarie. Giudizi che,
nei casi opposti (errori contro Juve o a favore di rivali), erano invece
negativi. "Chi ascoltava le sirene andava in alto", ha commentato.
Di questa situazione Nucini parlò con Giacinto Facchetti, di cui era amico,
e il dirigente dell'Inter che "era incredulo, non pensava che succedessero
queste cose". Su suggerimento di Facchetti, tentò di informarsi
nell'ambiente arbitrale su chi fosse Mariano Fabiani, ex ds del Messina
ritenuto molto legato a Moggi. Ci furono reazioni imbarazzate poi l'arbitro
De Santis gli avrebbe detto che "se si voleva fare la serie A si doveva
passare attraverso Fabiani e Moggi". Nucini ha poi detto di aver incontrato
Fabiani, il quale gli avrebbe assicurato che avrebbe arbitrato di nuovo in
A e lo avrebbe messo in contatto prima telefonicamente con Moggi (" sta
tranquillo, ascolta quello che dice Fabiani e ci pensiamo noi", gli avrebbe
detto a telefono il dirigente juventino) e poi di persona, organizzando un
incontro in un albergo di Torino. Moggi in quella circostanza avrebbe
rassicurato che Nucini "deve essere trattato bene, valorizzato e mandato in
serie A". Nucini, sempre in quella occasione, avrebbe sentito Moggi che
chiamava Bergamo e chiedeva al designatore di "non mandare Dondarini" ad
arbitrare la partita della Juve. Fabiani gli avrebbe consegnato quindi una
scheda telefonica raccomandandogli di utilizzare tale scheda per parlare
solo con lui e di non fare telefonate a persone diverse. L'arbitro subito
dopo avrebbe informato Facchetti dell'incontro, parlandogli anche della
scheda sim di cui però si sarebbe disfatto.
Il rapporto di Nucini con Facchetti, la scheda "buttata via" e la mancata
denuncia da parte di Nucini di tali episodi sia agli organismi sportivi
("non mi fidavo dell'ufficio indagini di allora", spiegherà Nucini) sia
quando fu convocato dal pm di Milano Ilda Boccassini sono stati gli
argomenti al centro di incalzanti domande da parte degli avvocati della
difesa, in particolare dei legali di Moggi, Trofino e Prioreschi. "Alla
Boccassini non ho detto quello che dovevo dire perché mi sono trovato da
solo". Per quanto riguarda il rapporto con Facchetti ha sostenuto che
l'iniziale semplice conoscenza è diventata nel tempo un rapporto di
amicizia. I legali hanno evidenziato alcune contraddizioni rispetto a
quanto dichiarato durante le indagini, soprattutto a proposito della scheda
sim. Nel corso dell'udienza sono state ascoltate anche le testimonianze
dell'ex dirigente dell'Udinese Francesco Dal Cin e dell'ex presidente del
Bologna Giuseppe Gazzoni Frascara. Il processo riprenderà il 16 giugno.
http://it.eurosport.yahoo.com/26052009/45/serie-favorire-juve-per-arbitrare-in.html
la Juve arbitravi in B". Così l'ex arbitro Danilo Nucini, rispondendo alle
domande dei pm Filippo Beatrice e Giuseppe Narducci, nel corso dell'udienza
del processo di Calciopoli ha sintetizzato l'esistenza di un sistema di
condizionamento degli arbitri che sarebbe gravato negli anni scorsi sul
calcio italiano. Nucini ha chiamato in causa, tra l'altro, i vertici del
mondo arbitrale che si sono succeduti nel corso degli anni, da oltre un
decennio quando debuttò nella direzione delle gare del campionato maggiore.
"Se una squadra avversaria della Juve riceveva un favore, sempre
involontario, questo favore non veniva visto, se riceveva un torto, questo
torto veniva accettato, era un premio", ha poi precisato Nucini.
L'ex arbitro ha spiegato che i problemi si evidenziarono soprattutto in
occasione di una partita Juve-Bologna quando, a 9 minuti dalla fine,
assegnò un calcio di rigore alla squadra emiliana che Cruz tirò fuori
("Bergamo mi disse che se il rigore di Cruz fosse entrato avrei finito la
carriera"). Ha ricordato che al raduno di Coverciano fu rimproverato dai
designatori, Pairetto e Bergamo, che ebbe una sospensione di 40 giorni e
che il campionato successivo arbitrò solo in B. Un'altra contestazione gli
sarebbe stata mossa da Pairetto per non aver ammonito l'interista Di Biagio
durante un Inter-Udinese finito 2-1. L'ex direttore di gara ha ricordato
che la stagione successiva, in serie B, dopo un Napoli-Ancona 1-2 negli
spogliatoi avrebbe incontrato l'ex dg juventino Luciano Moggi il quale gli
avrebbe detto "complimenti, ci vediamo presto". Nucini decise di preparare
una sorta di diario - consegnato oggi ai giudici - in cui annotava i
giudizi positivi espressi dai designatori in partite in cui registrava
errori a favore della Juve o a svantaggio delle avversarie. Giudizi che,
nei casi opposti (errori contro Juve o a favore di rivali), erano invece
negativi. "Chi ascoltava le sirene andava in alto", ha commentato.
Di questa situazione Nucini parlò con Giacinto Facchetti, di cui era amico,
e il dirigente dell'Inter che "era incredulo, non pensava che succedessero
queste cose". Su suggerimento di Facchetti, tentò di informarsi
nell'ambiente arbitrale su chi fosse Mariano Fabiani, ex ds del Messina
ritenuto molto legato a Moggi. Ci furono reazioni imbarazzate poi l'arbitro
De Santis gli avrebbe detto che "se si voleva fare la serie A si doveva
passare attraverso Fabiani e Moggi". Nucini ha poi detto di aver incontrato
Fabiani, il quale gli avrebbe assicurato che avrebbe arbitrato di nuovo in
A e lo avrebbe messo in contatto prima telefonicamente con Moggi (" sta
tranquillo, ascolta quello che dice Fabiani e ci pensiamo noi", gli avrebbe
detto a telefono il dirigente juventino) e poi di persona, organizzando un
incontro in un albergo di Torino. Moggi in quella circostanza avrebbe
rassicurato che Nucini "deve essere trattato bene, valorizzato e mandato in
serie A". Nucini, sempre in quella occasione, avrebbe sentito Moggi che
chiamava Bergamo e chiedeva al designatore di "non mandare Dondarini" ad
arbitrare la partita della Juve. Fabiani gli avrebbe consegnato quindi una
scheda telefonica raccomandandogli di utilizzare tale scheda per parlare
solo con lui e di non fare telefonate a persone diverse. L'arbitro subito
dopo avrebbe informato Facchetti dell'incontro, parlandogli anche della
scheda sim di cui però si sarebbe disfatto.
Il rapporto di Nucini con Facchetti, la scheda "buttata via" e la mancata
denuncia da parte di Nucini di tali episodi sia agli organismi sportivi
("non mi fidavo dell'ufficio indagini di allora", spiegherà Nucini) sia
quando fu convocato dal pm di Milano Ilda Boccassini sono stati gli
argomenti al centro di incalzanti domande da parte degli avvocati della
difesa, in particolare dei legali di Moggi, Trofino e Prioreschi. "Alla
Boccassini non ho detto quello che dovevo dire perché mi sono trovato da
solo". Per quanto riguarda il rapporto con Facchetti ha sostenuto che
l'iniziale semplice conoscenza è diventata nel tempo un rapporto di
amicizia. I legali hanno evidenziato alcune contraddizioni rispetto a
quanto dichiarato durante le indagini, soprattutto a proposito della scheda
sim. Nel corso dell'udienza sono state ascoltate anche le testimonianze
dell'ex dirigente dell'Udinese Francesco Dal Cin e dell'ex presidente del
Bologna Giuseppe Gazzoni Frascara. Il processo riprenderà il 16 giugno.
http://it.eurosport.yahoo.com/26052009/45/serie-favorire-juve-per-arbitrare-in.html
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